«Lo Stato totalitario fa di tutto per controllare i pensieri e le emozioni dei propri sudditi in modo persino più completo di come ne controlla le azioni». (George Orwell)
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venerdì 16 marzo 2012
LA TRATTATIVA STATO-MAFIA E IL PROCESSO DELL'UTRI
PARLARE AL MANOVRATORE
di Marco Travaglio
Se dedichiamo tanto spazio e tanta passione a quanto sta accadendo al processo Dell’Utri e alle indagini sulle stragi e sulle trattative, non è – come scrive qualche sciocco – perché non vogliamo rassegnarci all’innocenza di Dell’Utri e dei politici a prescindere (cosa peraltro impossibile). Ma è perché siamo convinti che stia accadendo qualcosa di grave: una partita mortale intorno alla verità su uno dei periodi più orribili della nostra storia.
Sappiamo, vediamo che tutt’intorno a noi il clima politico-mediatico sottovuotospinto creato dall’inciucione Quirinale-Pdl-Pd-Terzo Polo consiglia vivamente di occuparsi d’altro, di “pensare al futuro”, alla “pacificazione ”, alla “nor malità” del tuttovabenmadamalamarchesa. Una tentazione che attanaglia anche tanta brava gente, stufa di “conflitti”, rintanata nel proprio particulare, rassegnata a contentarsi della caduta di B. e dei partiti, a subire decisioni prese dall’alto e da fuori, come se il nostro compito fosse assistere passivi, ricevere ordini, chiedere “quant’è?”, pagare il conto e attendere la prossima consegna.
Una tentazione pericolosa, perché non c’è futuro, pacificazione, normalità se non si esce dal tunnel dei segreti e dei ricatti che ci imprigiona da vent’anni. E da quel tunnel si esce soltanto con la verità, anche la più scomoda e crudele. La verità, purtroppo, la cercano solo un pugno di magistrati tra Palermo e Caltanissetta, mentre la politica che conta e l’“informazione” al seguito cercano il modo migliore di tenerla ancora nascosta sotto il tappeto. Infatti, appena un brandello di verità tracima dal tappeto, subito scatta la reazione violenta, brutale, totalitaria di un sistema dov’è impossibile distinguere destra e sinistra, alte e basse cariche istituzionali, buoni e cattivi.
Checché se ne dica, non abbiamo mai scritto né pensato che il Pg Iacoviello che ha chiesto di annullare la condanna di Dell’Utri sia un magistrato colluso, anzi sappiamo bene che la sua moralità è al di sopra di ogni sospetto. Ma seguitiamo a interrogarci sulle anomalie di quel processo: possibile che, tra decine di magistrati di Cassazione, Dell’Utri sia capitato proprio nelle mani di un presidente allievo di Carnevale e di un Pg che non crede nel concorso esterno? S’è mai visto un processo per mafia a rischio prescrizione che dorme per 13 mesi in Cassazione? S’è mai visto un sostituto Pg che in requisitoria infila tre errori marchiani a proposito della sentenza che deve valutare, avendo al fianco il nuovo Procuratore generale? S’è mai visto un Procuratore generale che, invece di correggere il sostituto, dice di condividere tutto quel che ha detto, errori compresi? S’è mai visto un Csm che fa finta di non vedere e non sentire?
A queste domande, nessuno risponde. Come se fossero curiosità morbose e non un’esigenza di chiarezza. Ieri poi La Stampa ha rivelato che lo stesso Procuratore generale, Vitaliano Esposito, ha chiesto al Pg di Caltanissetta il testo dell’ordinanza del gup nisseno che l’altro giorno ha arrestato alcuni boss coinvolti nella strage Borsellino dando per certa la trattativa Stato-mafia e ricordando che l’ex ministro dell’Interno Mancino ha seri problemi di memoria su quel che fece e seppe ai tempi delle trattative. Il gip cita alcuni stralci della richiesta della Procura: “Tante amnesie di uomini dello Stato perdurano ancora oggi”, anche se “il quadro allo stato non ci consegna alcuna responsabilità penale di uomini politici allora al potere ”.
Parole persino timide, rispetto ai reati che stanno emergendo nelle carte della Procura di Palermo, competente a indagare sulla trattativa. A che titolo vengono chieste quelle carte? Dov’è scritto che il Pg della Cassazione, titolare dell’azione disciplinare, può sindacare il merito dell’ordinanza di un gip o della richiesta di una procura? Perché un magistrato perbene e a fine carriera come Esposito si espone, per ben due volte in due giorni, a figuracce simili? La risposta a questa domanda è la chiave per capire quel che sta accadendo.
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Ierisera ho seguito su questi argomenti la trasmissione di Santoro, tornata ai fasti di "Anno Zero" in cui si faceva inchiesta e si affondava il coltello nella piaga. Chissà se tutte le domande che si fa Travaglio esaminando le strane coincidenze, non trovino uno spiraglio di verità in questo vergognoso capitolo della nostra storia!
RispondiEliminaVerissimo.
RispondiEliminaPer chi non avesse visto l'intervento di Travaglio:
http://www.youtube.com/watch?v=_coshJvI1Mg
andro dopo a vedere travaglio risposta di prova
EliminaBENVENUTO, Fabio!!! ;))))))
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