di Barbara Spinelli
Vale la pena ricordare come nacque la moneta unica. Tra i pericoli indicati da Kohl ce n'era uno, di cui si parlò poco ma cui furono dedicate più riunioni ristrette: la mafia in Italia, e la sua congiunzione con le mafie dell'Est. Un libro uscito in quei tempi (Octopus, 1990), scritto da Claire Sterling, certifica questo timore: che l'Europa monetaria, invece di frenare la degenerazione della politica, le fornisse in realtà un ombrello protettivo. La moneta senza Stato europeo perpetuava l'illusione degli Stati sovrani, non più minacciati da svalutazioni monetarie che sempre erano state, in passato, momenti di crisi governative e di verità. Quel timore non era infondato. Lo si è visto in Grecia (la sua piaga è la corruzione) e lo si vede in Italia.
L'articolo 18 viene presentato oggi come inibitore di una rinascita. Ma gli specialisti dicono ben altro: se gli stranieri non investono da noi la causa non è l'articolo 18. È la mafia, l'assenza di leggi anticorruzione.
La paura che l'Italia incute dai tempi di Kohl è sempre quella. Non è casuale dunque che i difensori del vecchio ordine s'aggrappino a due sovranità finte e al contempo distruttive: la sovranità dello Stato-nazione, e il diritto all'impunità di potentati che all'ombra dell'euro hanno confiscato la politica, impedendo che essa si rigenerasse e non tollerando incursioni giudiziarie.
Il governo Monti non è sempre responsabile (il giudizio sulle sentenze non gli spetta) ma è vero che lascia fare (come lascia fare sulla Rai) con la scusa che prioritari sono i parametri economici. La battaglia anti-corruzione è tema politico e i tecnici, anche se pienamente legittimati a governare, sono nell'intimo allergici alla politica. Ne hanno addirittura «schifo»: la piccola frase detta da un ministro non cade dal cielo.
Il governo di Monti fa una politica retriva facendo capire che "lo chiede l'Europa".
RispondiEliminaSiamo passati dall'inferno, dove eravamo nelle mani di SQUILIBRATI, al purgatorio dove siamo nelle mani della Merkel, del pareggio di bilancio in Costituzione e dei gestori privati del Fondo Salva Stati che, come la privata BCE (in mano a banche private), aspirano a "gestirci" "per le (loro) feste".
RispondiEliminaE' un governo a responsabilità limitata dalle stesse forze politiche che si sono strette attorno a Monti per responsabilità nazionale. Una contraddizione in termini che trova natura nel potere fine a sè stesso più che in una contrapposizione di classe che inevitabilmente tornerà ad essere lotta. Anche se in Italia i distinguo di classe sono di moda anche tra i pensionati con la minima.
RispondiEliminaGiacomo eccomi.....sono per strada. Dalla settimana prossima sarò ogni giorno accanto a te.....se pensavi di mollarmi, beh....hai sbagliato. Un abbrazo mi hermano.
RispondiEliminaspenser_cs?
EliminaPer evitare lungaggini ho dato il mio accaunt google..... è anche la mia mail Spenser_cs@libero.it.....ma sono sempre io...eh eh ^_^
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RispondiEliminaPeggio di dove GIA' effettivamente ci ha portato questo tomo P2ista maximo...NON ESISTE.. per il futuro vedremo...
RispondiEliminaNon solo "BERLUSCONI E' COSTATO ALL'ITALIA 260 MILIARDI DI EURO e CON LUI IL DEBITO E' CRESCIUTO DEL 13.5% (vedi Nota)", ma se il suo "personale" governo di piegati, avesse continuato ancora per qualche giorno/settimana, ci avrebbe portato diritti diritti al livello "Grecia":
GRECIA di qualche settimana fa (ora forse qualcosa è migliorato anche se i 130 miliardi mica sono arrivati ancora..):
- Spread decennale: 2758
- Interessi bond biennali: 123,2 %
- Disoccupazione 17,7% (1.000.000 persone disoccupate su 11.000.000 di abitanti) e 30 mila statali in mobilità
- FMI-BCE-UE hanno chiesto entro il 2015 altri 150.000 licenziamenti nella P.A.
- No Tax area da 8000 a 5000 euro l'anno
- Tagli a Pensioni (sopra 1200 €), Sanità e Detrazioni
- Patrimoniale casa fino a 20 € al mq
- Aumenti inusitati Tasse e Carburanti.
Nota:
Secondo il grafico pubblicato l'11 ottobre 2011 dall'agenzia Bloomberg il debito sovrano italiano sotto gli esecutivi targati Berlusconi è aumentato del doppio rispetto ai mandati di altri governi. Sommando le performances dei periodi in cui il "Cavaliere oscuro" si è adoperato per il "bene£ del Paese (ma soprattutto delle sue tasche), il debito procapite, per singolo cittadino compreso il minorenne nato nel 1994, ha fatto un balzo del 13,5%, pari a circa 257 miliardi!!!
L'art 18 e la sua eliminazione è diventato un totem, un pretesto un falso alibi. Ciò che tiene lontani gli investitori da questo paese sono, come dice la Spinelli, l'alto grado di corruzione a tutti i livelli, che fa lievitare i costi e la lentezza endemica della giustizia, che, in caso di contenzioso, non garantisce tempi rapidi
RispondiEliminaVogliono darcela a bere sulla Germania....
RispondiElimina"Il tentativo di strumentalizzare il “modello tedesco” è dunque solo un bluff con le gambe corte: “Anche in Germania – dicono i nostri esperti – il reintegro nel posto di lavoro è un diritto”.
Piergiovanni Alleva: In Germania senza giusta causa il licenziamento è nullo
“Proprio nella Germania della Merkel – dice il professor Piergiovanni Alleva, – sulla tutela del lavoratore in caso di licenziamento le regole sono estremamente chiare, non si può dare corso a interpretazioni per tirare l’acqua al mulino di chi vuole manomettere l’Articolo 18, uno dei pilastri dello Statuto dei lavoratori”. La cosa è talmente paradossale che il professore ci scherza sopra. “No – ci risponde – ancora non ho letto tutte le notizie che sono circolate, ma a me hanno spiegato bene, proprio in Germania, che senza giusta causa il licenziamento è nullo. Il lavoratore resta al suo posto. Il sindacato, i consigli di fabbrica, devono dire la loro, dare l’assenso, altrimenti non si muove foglia. Il datore di lavoro può ricorre al giudice presentando le sue ragioni per il licenziamento. Si chiamano “motivo personale“. Come da noi, il giudice decide se ha ragione il lavoratore o il datore di lavoro, se riconoscere la sussistenza o meno di un “motivo personale“ che giustifichi il licenziamento.
Il “motivo personale” corrisponde alla nostra “giusta causa” e comunque la decisione finale spetta ad un giudice. “Sai – conclude il professor Alleva – siamo in presenza di un teatrino mediatico che crea confusione, incertezze, quando ci sarebbe bisogno di molta concretezza, riportando tutti i problemi da affrontare alla loro sostanza. Questo vale sia per l’articolo 18 che per gli ammortizzatori sociali. Il problema è se si vogliono o no difendere i diritti dei lavoratori, quello al lavoro in primo luogo, le libertà sindacali. Il “modello tedesco”, lo ripeto, prevede l’intervento del sindacato, un segno di civiltà.” http://www.paneacqua.info/2012/03/licenziamenti-il-%E2%80%9C-modello-tedesco%E2%80%9D-esige-il-reintegro-dei-lavoratori/
E inoltre:
Volkswagen, Audi e Bmw festeggiano un anno record e assumono. Il direttore del Center automotive research spiega: "Fiat non investe sul prodotto. E Marchionne sbaglia a cercare lo scontro"
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/13/spiego-perche-lindustria-dellauto-italia/196832/
Daniele si potrebbe tentare di scambiare l'A.D. del gruppo Volkswagen, Audi e BMW, col borioso Solone che guida nel baratro le aziende FIAT in Italia!I dipendenti della Volkswagen quest'anno ricevono una "paccata" (cit.) di euro quale premio produzione!In Italia invece se le cose vanno male "si è tutti nella stessa barca", quando vanno bene, sullo yacht ci salgono solo gli azionisti!
EliminaNives, in Germania non ci sono delinquenti che votano delinquenti...
EliminaWOLFSBURG - «Stiamo andando veloci, ma la corsa verso il posto di numero uno mondiale è più lunga d' una maratona, e male farebbe il maratoneta ad accelerare troppo. E non dimentichiamoci che per vincere nel mondo dell' auto non contano solo i numeri delle auto prodotte e vendute, bensì anche la qualità del prodottoe la concertazione con il sindacato». Così parla l' ad del gruppo Volkswagen, Martin Winterkorn, forse oggi l' uomo più potente nel mondo dell' auto, nell' intervista concessa ieri a Repubblica a margine della conferenza annuale di bilancio.
(La Repubblica 13 marzo 2012)
Giacomo è per quello e anche altri motivi naturalmente, che il gruppo vola su alte vette....l'accordo con i sindacati mette in pace i lavoratori che sono la preziosa materia prima per chi fa impresa, i tedeschi lo sanno e se ne vedono i risultati!
EliminaGli imprenditori italiani stessi ci dicono che al primo posto, fra le priorità FRENANTI non c'è l'art. 18 bensì ci sono:
RispondiElimina-le pastoie della burocrazia inefficente,
- la tassazione eccessiva,
- il magro o nullo (di questi tempi di scarsa liquidità per motivi indotti) accesso al finanziamento, e
- la corruzione.
Ce lo dice anche il World Economic Forum che sono questi i veri ostacoli alla crescita economica e quando in alcuni Paesi il principale ostacolo percepito per fare impresa è la rigidità della manodopera (Germania, Olanda, Norvegia) L'ECONOMIA di quei Paesi VOLA lo stesso !
Nel rapporto del World Economic Forum, per ciò che concerne l'Italia gli stessi estensori del rapporto ( essenzialmente professori di scuola bocconiana) danno un voto peggiore alle istituzioni italiane che non all'efficienza del nostro mercato del lavoro.
P.S. Quando i controllori bocconiani del WEC parlano di "scarsa fiducia nelle istituzioni" si riferiscono non certo o non tanto al pubblico impiego, quanto, e in particolare:
- alla bassa fiducia neli politici e nella loro "integrità" (...),
- al peso dell'impianto normativo farraginoso e ingarbuglioso,
- al clientelismo nepotistico e/o mazzettaro,
- agli sprechi la lentezza e l'insuffficienza di mezzi del sistema giudiziario mai riformato se non nel senso dei tentativi ad personam dei precedenti che conosciamo.
Insomma prima di pensare alla soppressione della protezione contro il discriminante licenziamento per INGIUSTA causa... di sacrosanti aggiustamenti da fare come si vede, ce n'è alcuni...
Tuttavia una modifica la farei: nella prassi dell'art. 18 renderei i tribunali del lavoro più efficienti nelle loro tempistiche ! Con limiti di scadenza TASSATIVI, per la sentenza.